QuickStep-Floors, Boonen e la Sanremo: “Per vincerla devi essere imprevedibile, Gaviria la nostra carta migliore”
Nel corso dell’ultima stagione da professionista capita di guardare le cose da un’altra prospettiva. Ci si appresta a chiudere un capitolo importante della propria vita, per intraprendere nuove strade e seguire percorsi apparentemente sconosciuti. Lo scorso anno fu Fabian Cancellara a compiere questa scelta, ed ora la palla è passata al suo grande rivale, Tom Boonen. Il fenomeno fiammingo terminerà la sua carriera una volta tagliato il traguardo della Parigi – Roubaix, senza dubbio la sua corsa, e naturalmente c’è la volontà di lasciare un’ultima volta il segno su questo evento. Tuttavia non mancano le occasioni per ritagliarsi uno spazio da protagonista e la partecipazione alla Tirreno – Adriatico 2017 del belga è stata finalizzata proprio a ritrovare il ritmo gara, dopo qualche problema di salute.
In questa settimana lo si è visto poco, tuttavia poteva essere facilmente prevedibile, seppur gli appassionati auspicassero godersi qualche suo colpo. La musica potrebbe cambiare sabato prossimo in occasione della Milano – Sanremo. La Classicissima, probabilmente, rappresenta uno dei grandi rimpianti di Tommeke: in dodici partecipazioni, non è mai riuscito a salire sul gradino più alto del podio, malgrado in più di una occasione ci sia andato molto vicino. “È una corsa che mi piace, a cui non partecipo solo perché devo – ammette nel corso di un incontro con la stampa a San Benedetto del Tronto – È difficile da vincere. Anche se tutte le gare lo sono, questa lo è di più. Hai sempre l’impressione di potercela fare, assieme ad altri 20-30 corridori, ma alla fine non va come pensi. Se mi guardo indietro, solo una volta potevo vincerla realmente, nel 2006. Quell’anno avevo le gambe per vincere, mentre nelle altre occasioni ero dove meritavo di essere. È così, una gara di sette ore in cui bastano sette secondi per perderla”.
Centrare il colpaccio all’ultima partecipazione sarebbe un’impresa ai limiti del leggendario, ma il ruolo di Boonen per questa edizione sarà differente. In casa Quick-Step Floors c’è un gioiellino che risponde al nome di Fernando Gaviria: lo scorso anno, alla prima partecipazione, arrivò nel gruppo dei migliori, ma fu costretto ad arrendersi a causa di una caduta a 300 metri dal traguardo, dimostrando tuttavia di avere nelle corde questa corsa. Per questo il fiammingo è pronto a mettersi a disposizione del giovane velocista, definendolo come “la nostra migliore carta per la Sanremo”. “Ha mostrato di essere in crescita giorno dopo giorno – prosegue – Si sente bene in questa corsa e non ha bisogno di fare esperienza. Io vorrei essere tra i primi, ma l’obiettivo è di fare in modo che Fernando sia in buona posizione”.
Nel palmares del belga figurano quattro Parigi-Roubaix, tre Giri delle Fiandre, un Campionato del Mondo e svariati successi in giro per il mondo. Nonostante questo è pronto a mettersi a completa disposizione di un compagno più giovane, per guidarlo in una degli appuntamenti più importanti della stagione. “Gaviria è uno dei più talentuosi in squadra – ribadisce – È giusto che venga messo nelle situazioni ideali per imparare. L’anno scorso sicuramente ha imparato molto, anche con la caduta. Però deve sfruttare ogni occasione e provarci sempre. Altrimenti c’è il rischio che, come nel mio caso, tra 10-15 anni sarete attorno lui a chiedergli perché non ha mai vinto la Sanremo”.
Sulla carta la Classicissima non è difficile. Il chilometraggio è elevato, ma le principali difficoltà altimetriche sono concentrate nel finale e, soprattutto, sono tutt’altro che insormontabili. L’importanza della posta in palio, tuttavia, crea un clima di tensione tale, da rendere tutto più difficile. Boonen, dall’alto della sua esperienza, racconta di aver visto “atleti esausti prima delle salite”, perché fin da Milano “si va velocissimi, anche a causa del vento”. La lotta per la vittoria diventa quindi un gioco al risparmio nel quale “cercare di risparmiare più energie possibile, mantenendo sempre le prime posizioni del gruppo”. Proprio per questo, arrivare in via Roma nelle migliori condizioni è tutt’altro che semplice. Bisogna saper leggere l’evoluzione della gara e scegliere il momento giusto per la propria azione, anche “adattandosi alla situazione”.
“Non devi cercare di realizzare la tua strategia a tutti i costi – spiega il belga – Devi essere imprevedibile per vincere, specialmente nel finale. Sembra semplice, sali il Poggio a tutta, scendi a tutta e poi la volata. Ogni anno però succede qualcosa che non ti aspetti”. Non è un caso, quindi, che sul gradino più alto della corsa abbiamo spesso visto corridori meno quotati in partenza, a scapito di altri che, sulla carta, sembravano dover aver vita facile. “Puoi essere il corridore più forte al mondo, nella miglior condizione e perdere la corsa – sottolinea – Vince il migliore, ma questo non sempre è il più forte”.
Un monito in primis per Peter Sagan, che in questi giorni ha palesato una gran condizione ed è il naturale favorito per la Sanremo. Fino ad oggi lo slovacco è riuscito solo salire sul podio, mancando l’appuntamento con il colpaccio e anche quest’anno, osserva Boonen, “sarà molto difficile” poiché tutti “avranno l’obiettivo di isolarlo e anticiparlo”, non avendo a disposizione “la squadra più forte”. “Noi siamo un bel gruppo – afferma – Dobbiamo trovare l’equilibrio giusto, ma possiamo fare risultato. Sagan si può battere e non saremo solo noi ad attaccarlo, ma tutte le altre squadre. Sarà una corsa aperta e potrebbe esserci battaglia prima del solito”.
La mente è alla Milano – Sanremo, tuttavia è fuori discussione il reale obiettivo di Tom Boonen: il pokerissimo alla Parigi – Roubaix. Un sogno che, seppur con tutte le difficoltà del caso, potrebbe essere realizzabile per il fiammingo, voglioso di concludere la sua straordinaria carriera nel migliore dei modi. “È l’ultima ed è per questo che tutti ne parlano – afferma – Quella che mi piace di più. Anche altre corse mi piacciono, ma lei è la mia preferita e, casualmente, sarà l’ultima. Non rimangono molte corse. Cercherò di vincere il più possibile, ma ci saranno anche tante sconfitte”.
Le prossime corse, inevitabilmente, saranno diverse dalle altre. Il belga si è trovato in queste settimane a salutare colleghi, con i quali non si troverà più a gareggiare. “In questi giorni diversi atleti sono venuti a salutarmi, poiché non faranno le Classiche – spiega – Questo mi fa pensare che ci saranno sempre meno corse. Non voglio comunque pensare troppo che sono alle ultime corse, altrimenti non ti concentri nel modo giusto”. Questo perché l’obiettivo di Tommeke è di essere competitivo fino all’ultimo ed il percorso di preparazione ha previsto “più o meno gli stessi passaggi degli altri anni”.
“Le ultime conferenze saranno impegnative – conclude scherzando – Ma questo non influirà sulla mia preparazione. Ormai ho capito come funziona. Quando qualcuno si ritira si pensa che senza di lui non sarà lo stesso, ma in realtà non cambia niente e si va avanti comunque”. Una visione distaccata che, probabilmente, ricalca la realtà. Allo stesso tempo non è facile immaginarsi un ciclismo senza la figura di Boonen e non sarà facile ritrovare un campione del suo spessore.
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